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  Amara Lakhous
 

Il 3 giugno 2008 si è svolto presso la sede della Biblioteca Interculturale “Cultura Viva”, Via Romana, 187, Nettuno (18° Centro Territoriale Permanente), la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes 2007 – XVII Rapporto.

Erano presenti rappresentanti della Provincia di Roma, la Dirigente Servizi Immigrazione ed Emigrazione, Dott.ssa Antonella Massimi; la Dirigente ai Servizi Sociali del Comune di Nettuno, Dott.ssa Angela Santaniello; per la Caritas, il Capo Redattore dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni, Dott.ssa Ginevra Demaio; lo scrittore algerino, Amara Lakhous, che presentava il suo romanzo “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio”, un giallo che sta scuotendo grande successo, tradotto nelle lingue francese, olandese e inglese, e che tra non molto vedremmo sulle tele del cinema. Con il romanzo “Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio”, l’autore algerino ha adattato per il pubblico italiano un testo scritto originariamente in arabo per i suoi compatrioti. A riprova di una disinvolta capacità ‘inter-etnica’ di saper parlare a lettori di gusti e culture distanti.


All’incontro composto da un pubblico in sua maggioranza formato da immigrati, erano presenti la Dott.ssa Anna Rita Martufi, Assistente Sociale del Comune di Nettuno, il Generale Virgilio Vanni, rappresentando il Lions Club – Anzio/Nettuno, il responsabile per la Cultura e Turismo del Comune di Nettuno.


Alla Santaniello è toccato aprire l’incontro, spiegando, dal suo punto di vista, la situazione del Distretto, affermando con una certa convinzione che oramai, in relazione a Nettuno, non si deva più parlare di emergenza sull’immigrazione, ma di una reale integrazione da parte degli stranieri che hanno scelte Nettuno per vivere. Ha sostenuto con molta cognizione la questione sociale che la nuova giunta dovrà affrontare, temi come affitto e casa popolare, oltre l’offerta lavorativa nel suo Comune. Ha lodato, come tutti gli invitati, all’iniziativa presso una biblioteca (sottolineando con una certa ammarezza la mancanza di una struttura pubblica del genere in quel comune) temi importanti come la presentazione di un dossier e un romanzo di successo scritto da un cittadino straniero. Dall’atra parte, un processo di integrazione non può non essere dialettico e la scuola deve determinare comportamenti positivi e accoglienti verso le diversità in generale: di lingua, di sesso, di età, di fede religiosa, di classe sociale, di usi e costumi. Se non si "riconoscono", nella lettura del mondo, patrimoni diversi da quelli del proprio Paese, non ci potrà essere reale comunicazione con le "alterità".

La rappresentante della Caritas, Ginevra Demaio, che aveva il compito di presentare il Dossier, ci ha illustrato alcune cifre relative alla Provincia di Roma, e attualizzando i dati riferiti ai Comuni di Anzio e Nettuno.

La Provincia di Roma è, con 278.540 cittadini stranieri residenti al 31 dicembre del 2006, la seconda tra i capoluoghi italiani per numero di presenza straniere, sopravanzata soltanto delle Provincia di Milano che conta oltre 317 mila iscritti in anagrafe. Se invece teniamo conto di tutte le presenze legali, così come le ha stimate il Dossier Caritas/Migrantes, la Provincia di Roma arriva a 431.000 unità.

La Provincia di Roma accentra da sola l’84,4% degli stranieri residenti nel Lazio (330.146). Tra questi residenti stranieri, i minori sono 54.063 (19,4%).

I Comuni  di Anzio e Nettuno sono tra i Comuni a maggiore densità di cittadini stranieri in percentuale sul totale della popolazione, che in aggiunta alle presenze irregolari e ai ricongiungimenti familiari che si verificarono nei successivi mesi in seguito alla regolarizzazione ai sensi del DL 189/02,  portano un aumento di alunni stranieri nelle scuole, che richiederà un intervento specifico e mirato alle esigenze.

Le principali comunità presenti nel Comune di Nettuno risultano essere bulgara (594), rumena (593), tunisina (254), polacca (133), marocchina (116), albanese (105), indiana (75), ucraina (66) e nigeriana (65), 2001 persone, che costituiscono il 78,84% della popolazione straniera residente, per un totale di 2551 (elaborazione dell’Ufficio Statistica al 31/12/2007), pari al 6,52% circa della popolazione totale.

Nel Comune di Anzio risultano presenti alla data del 30 aprile 2008 n. 4401 cittadini stranieri con una percentuale sul totale della popolazione residente pari al 10,01%, di cui extracomunitari sono 2344. Le nazionalità maggiormente presenti sono rappresentate dalla Romania (1175 residenti), Bulgaria (599), India (375), Marocco (254), Pakistan (218), Tunisia (167), Ucraina (165), Albania (141), Moldova (131), Nigeria (95) e la Polonia (118) per un totale di 3438 che incidono sul totale della popolazione straniera per il 78,11%. I minori stranieri extracomunitari risultano essere 591 su una popolazione scolastica totale di 9.308 alunni, con una percentuale sulla popolazione extracomunitaria pari al 25,21%.  

In seguito, la Demaio ha coinvolto il pubblico parlando della Letteratura di Migrazione, e della collaborazione della Caritas con l’Università “La Sapienza” di Roma che custodisce una Banca Dati (BASILE) che comprende 279 scrittori stranieri, che orbitano ormai nella galassia della letteratura italiana. Demaio ha affrontato anche lo spinoso argomento della legge sulla cittadinanza, parlando di seconda generazione e tutta la problematica inerente. D’altra parte, è nelle 2G (seconda generazione)  che i ragazzi stranieri scoprono la propria identità etnica, sia attraverso il modello che viene proposto dalle famiglie d’origine sia nel corso della loro socializzazione, quando entrano in contatto con altre proposte d’identità provenienti dalla comunità d’arrivo.

Questa condizione, nel caso del minore straniero viene vissuta come uno scontro fra due mondi nettamente diversi: fra questi la comunicazione é minima o segnata da pregiudizi reciproci.

L’adolescente, quindi, tenta di ricomporre le lacerazioni che vive adottando una delle soluzioni: “Resistenza culturale”: quando il minore fa riferimento, prevalentemente o esclusivamente, alla propria cultura di origine. Le amicizie tendono ad essere ridotte al minimo nel confronti dei coetanei non connazionali, e si riducono così i momenti di scambio e di confronto con l’esterno. Il rischio è la scarsa integrazione che ne deriva. In secondo luogo, “l’assimilazione” nella quale il ragazzo aderisce pienamente alla proposta che viene dalla società d’arrivo e rifiuta tutto ciò che ha a che fare con la propria cultura d’origine, ritenendoli residuali e inadeguati alla cultura del paese che ospita, vero sinonimo di tutto ciò che è positivo. Da una parte è positivo il fatto che i ragazzi apprendono senza eccessiva difficoltà la lingua e i costumi del paese d’immigrazione, mentre è senz’altro negativo l’acceso conflitto con i genitori e una perdita di riferimento con conseguente crescita dell’insicurezza. Terzo, la “marginalità” che in genere è la condizione più frequente fra i ragazzi stranieri. Si tratta di adolescenti che vivono fuori sia della cultura d’origine che di quella d’arrivo, incapaci di proporre una alternativa. Spesso la soluzione viene accompagnata dalla scelta di una identità etnica di un paese terzo: è il caso di molti ragazzi africani che non volendo accettare lo stereotipo del “nero povero” optano per una negritudine nei comportamenti, nell’abbigliamento e nel tipo di musica che ascoltano, propria dei giovani afro-americani. E, infine, la “doppia eticità”:  attraverso un lento ma profondo lavoro analitico il minore straniero riesce ad avere un’identità formata dall’armonizzazione e integrazione dei valori delle due differenti culture e, soprattutto, consegue un senso di duplice appartenenza.

La dirigente Provincia, Dott.ssa Massimi, tra le tante informazioni di grande interesse, ha sottolineato l’importanza e l’interesse in riprendere a livello provinciale il tema della Consulta sull’immigrazione. Un vecchio progetto allontanato durante il periodo elettorale, ora ripreso dopo la vittoria alle ultime elezioni. Secondo la Massimi, non è la soluzione ideale, ma un passo avanti nella conquista di un diritto, quello di farsi ascoltare, dando voce alla popolazione immigrata che possono far conoscere le istanze della comunità nel suo insieme.

La Massimi ha fatto presente anche l’iniziativa della Provincia di Roma, unica in tutto il territorio nazionale, nella realizzazione di bandi (rivolto a imprese di cittadini stranieri) per destinare i fondi attraverso una selezione mirata per area, per settori di attività, per tipologia imprenditoriale. E davanti alla sussistenza di difficoltà specifiche per gli stranieri, riconducibile ad una conoscenza non adeguata della normativa ma anche a un possibile senso di sfiducia verso il servizio pubblico per l’eccessiva burocrazia e la conseguente lentezza delle pratiche, la Provincia tenendo conto le differenze culturali degli immigrati ha costituito un gruppo di lavoro ad hoc per l’orientamento e l’accompagno i nuovi imprenditori per l’avvio dell’impresa. E per il 2008 è previsto un futuro bando, semplificando gli aspetti burocratici per quanto riguarda la stesura del businnes plain,  e, per i crediti, dopo aver costituito un fondo di garanzia, i futuri imprenditori verranno indirizzati alla Banca Popolare Etica e alla Banca di Credito Cooperativo, che valuteranno il progetto di impresa presentato. 

 
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